Endometriosi: occhio ai sintomi

Redazione Pubblicato il 27/07/2016 Aggiornato il 27/07/2016

Forti dolori mestruali, stanchezza e malessere possono essere il segnale di questo disturbo. A rischio i progetti di maternità: bisogna intervenire subito

endometriosi

Un dolore sempre più forte, che compare prima e durante le mestruazioni, ma anche tra un flusso e l’altro, specialmente in fase di ovulazione. È un sintomo che non va mai trascurato perché può essere il campanello d’allarme di una malattia, l’endometriosi, che se non riconosciuta e curata può portare a infertilità.

Come si manifesta

Ne soffrono circa 3 milioni di donne in Italia, 14 milioni in Europa, soprattutto nella fascia di età tra i 29 e i 39 anni. Molte di loro sono costrette a un lungo calvario prima di arrivare alla diagnosi: ci vogliono in media da 7 a 10 anni dalla comparsa dei primi sintomi. Il motivo? Nel 20-25% dei casi la malattia non dà sintomi. Negli altri casi, si presenta con disturbi vari e poco specifici: il più comune è il dolore mestruale, che peggiora sempre di più fino a non rispondere ai comuni analgesici. Il dolore sessuale è un altro segnale, così come l’evacuazione dolorosa. A volte compaiono anche disturbi alla vescica, malessere generale, stanchezza, febbricola durante le mestruazioni.

Meglio non aspettare

Il ritardo nella diagnosi può avere seri effetti negativi: l’endometriosi ha un andamento progressivo ma, anche quando resta stabile nel tempo e non si espande, può continuare a dare forti dolori e compromettere la qualità di vita. A livello psicologico gli effetti sono devastanti: le malate si rassegnano a convivere con il loro dolore, rinunciano a vivere una vita di coppia soddisfacente e a diventare madri. Il rischio di scivolare nella depressione è molto elevato.

La visita per scoprirla

Perciò è fondamentale rivolgersi subito allo specialista per una visita. In caso di sintomi sospetti si esegue un’ecografia transvaginale per individuare cisti alle ovaie, adenomiosi (tessuto endometriosico annidato all’interno della parete muscolare dell’utero), lesioni vescicali o rettali, e un esame istologico per via laparoscopica.

Che cosa si può fare

Attualmente non esiste una cura definitiva per l’endometriosi. Le contromisure mirano a controllare la progressione della malattia, ridurre le probabilità di recidiva e alleviare i sintomi. Le donne che non desiderano avere figli possono affidarsi ai preparati estroprogestinici o progestinici (la pillola anticoncezionale), oppure a farmaci analoghi del GnRH, molecole simili a un ormone prodotto dall’ipotalamo (una ghiandola del cervello), in grado di sospendere momentaneamente la produzione di estrogeni. Per le donne che progettano una maternità, ci sono due possibilità: l’intervento chirurgico e la fecondazione assistita.