15/12/2019

Pistacchi: se li mangi dormi meglio

Roberta Camisasca Pubblicato il 15/12/2019 Aggiornato il 15/12/2019

È quanto ipotizza uno studio: una manciata di pistacchi, anche tostati, può favorire il sonno grazie al contenuto di melatonina, l’ormone della buonanotte

pistacchi per dormire meglio?

Un’analisi della Louisiana State University in collaborazione con American Pistachio Growers, associazione no profit che riunisce i coltivatori dei pistacchi americani, ha scoperto che questi i pistacchi, come veri piccoli scrigni, contengono quantità importanti di melatonina, l’ “ormone della buonanotte”, molto più elevate della maggior parte di frutta, verdura, cereali, legumi e semi.

Grazie al loro contenuto di melatonina i pistacchi possono favorire un sonno sereno

Orologio biologico

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale (un piccolo organo situato nel cervello) per regolare l’orologio biologico interno del corpo e controllare il ciclo sonno-veglia. Gli integratori di melatonina sono comunemente utilizzati da persone con insonnia o con altri disturbi del sonno che possono derivare, tra le altre cause, da frequenti viaggi o orari di lavoro non regolari (insonnia da jet lag).

Ottimi prima di andare a letto

Una manciata di pistacchi prima di andare a dormire può dunque aiutare a conciliare il sonno? Dai risultati dello studio sembra di sì. I risultati hanno dimostrato che i pistacchi contenevano circa 660 nanogrammi di melatonina per grammo, molto di più rispetto a diversi altri alimenti: presenti nei piccoli frutti alcuni elementi fenolici che possono ridurre la scomposizione del triptofano in composti tossici e trasformarlo in melatonina. L’aumento del triptofano ha il potenziale per aiutare il sonno difficoltoso, la sua durata e qualità. La tostatura dei pistacchi non ha dimostrato alcun effetto sulla melatonina contenuta.

Un problema per uomini e donne

La scoperta che alimenti di consumo abituale come i pistacchi possano avere un effetto benefico sui ritmi del sonno è molto importante perché potrebbe ridurre l’uso di farmaci per dormire. Secondo dati diffusi da Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, quattro italiani su cinque soffrono o hanno sofferto di disturbi del sonno. Le donne sono le vittime più frequenti di notti in bianco: l’87% delle intervistate lamenta problemi, rispetto al 67% del campione maschile. Numeri in linea con i dati scientifici secondo i quali l’insonnia è 1,5 volte più comune nelle donne rispetto agli uomini e questo valore tende ad aumentare dopo i 65 anni. Questo dato è in parte spiegato proprio da una più marcata riduzione della secrezione di melatonina nelle donne rispetto agli uomini con l’avanzare degli anni.