28/05/2022

Povertà mestruale: come contribuire a combatterla

Veronica Colella Pubblicato il 28/05/2022 Aggiornato il 28/05/2022

In occasione della Giornata Internazionale dell’Igiene Mestruale, che si celebra il 28 maggio ecco quattro azioni per fare la differenza contro la povertà mestruale

igiene mestruale

Quanto ci costa il ciclo? Considerando che in media si hanno le mestruazioni per circa 2.281 giorni nell’arco della propria vita, la risposta è “non poco”. Messi in fila equivalgono a più di sei anni, passati a litigare con l’applicatore degli assorbenti interni, con le ali che non si vogliono appiccicare o con la coppetta, a seconda delle abitudini.

E solo la coppetta mestruale è riutilizzabile, anche se non per l’eternità.

La stima degli esperti di Intimina è che dalle tasche di chi ha le mestruazioni (tutt*, non solo donne e ragazze cisgender) se ne vadano almeno 11.000 € solo in prodotti sanitari. Non è d’aiuto che in molti paesi, inclusa l’Italia, questi prodotti siano stati categorizzati come “beni di lusso” e tassati di conseguenza (a differenza non solo dei rasoi, ma anche del viagra o dei tartufi, come è emerso dalle lunghe discussioni sulla tampon tax).

Cosa significa povertà mestruale

Non tutt* possono permettersi di sostenere i costi legati all’igiene mestruale. Un problema che si riflette sulla salute, sulla dignità e persino sull’istruzione e sul lavoro, perché se non si ha la possibilità di reperire i prodotti necessari l’unica alternativa è assentarsi, contribuendo a mantenere saldo lo stigma che in diversi contesti circonda le mestruazioni e chi le ha.

Si stima che a livello globale 500 milioni di donne e ragazze (le uniche conteggiate) si trovino in questa situazione, non solo nei paesi più poveri: nel 2021, riporta Intimina, si è trovata in difficoltà una donna su cinque in Svezia, tre donne su dieci nel Regno Unito, una donna su quattro negli Stati Uniti. Difficile stimare come se la cavino le italiane, più altro per mancanza di indagini dedicate. Se però pensiamo al numero di persone che nel nostro paese vivono in povertà assoluta, sarebbe ingenuo credere che non ci riguardi da vicino.

Quattro azioni per combatterla

«Parlare apertamente delle mestruazioni può essere il primo passo per affrontare il tema, aumentando aumentare interesse sui prodotti più utilizzati o sulle eventuali criticità nel reperirli» spiega Alessandra Bitelli, mental e wellness coach esperta di women empowerment. Insieme a lei, Intimina ha stilato un elenco di suggerimenti utili per fare la differenza.

  1. Unisciti a gruppi o fai piccole donazioni. Si può donare a enti di beneficienza o anche contribuire in maniera più diretta. Per esempio, sostenendo o avviando iniziative a scuola, in università o nei luoghi di lavoro per introdurre prodotti mestruali gratuiti e percorsi di educazione alle mestruazioni in generale.
  2. Sostieni le petizioni. Dall’Italia alla Scozia, le petizioni per ridurre o eliminare le tasse sui prodotti mestruali possono contribuire a tenere alta l’attenzione sul tema;
  3. Parla con le persone accanto a te. Sono ancora tante le persone che affrontano la povertà mestruale almeno una volta nella vita. Parlandone con amici, familiari e colleghi si potrebbe scoprire che si può aiutare qualcuno in prima persona.
  4. Considera i prodotti riutilizzabili e spargi la voce. Le alternative ai prodotti usa-e-getta esistono e hanno il pregio aggiuntivo di produrre meno rifiuti. La coppetta è la più famosa: quelle in silicone per uso medico e, se correttamente conservate, possono durare fino a 10 anni.