Orticaria, non sottovalutare prurito e pomfi

Redazione Pubblicato il 02/10/2015 Aggiornato il 02/10/2015

Una persona su 5 l’ha sperimentata almeno una volta nella vita. Se non passa, vuole dire che è orticaria cronica. Occhio al prurito e ai segnali da non sottovalutare

orticaria

Frustrazione, senso di impotenza, paura di stare con gli altri. E quel prurito che non passa mai. L’orticaria cronica affligge il 2% della popolazione, soprattutto donne tra i 35 e i 45 anni, condizionandone in modo pesante la vita. Una persona su 5 ha riportato almeno una volta nella vita un episodio di orticaria acuta.

Cause: stress e fatica

Secondo una ricerca diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’orticaria, promossa in Italia da Federasma e Allergie onlus, i sentimenti legati a questa malattia sono stress e fatica, ma soprattutto, per il 92% degli intervistati, rabbia, mentre il 63% riferisce vergogna e difficoltà di relazione. Insoddisfacenti le cure sperimentate: in 8 casi su 10, i malati hanno consultato medici diversi e provato terapie differenti.

Occhio ai sintomi

Il prurito è il principale, insieme a pomfi e angioedemi. Il primo è paragonabile a una puntura di insetto: un rilievo di colore rosso-roseo che si risolve nel giro di qualche ora. L’angioedema è più profondo e ha una durata più lunga, si accompagna a tensione o dolore, interessa la pelle ma anche le mucose delle labbra, può provocare senso di soffocamento o dolori addominali.

L’orticaria è cronica se i sintomi superano le 6 settimane. Secondo recenti studi, guarisce spontaneamente nell’arco di un anno nel 25% dei casi, dura da 1 anno a 5 anni nel 60% dei casi e persiste per oltre i 5 anni nel 15% dei casi.

Poi c’è la forma definita “cronica spontanea”: ha un andamento imprevedibile ed è caratterizzata da pomfi rossi, gonfi, pruriginosi e talvolta dolorosi. Le cause? Alterazioni del sistema immunitario, ma contano anche stress, stanchezza e infezioni. La novità è un trattamento che si somministra per iniezioni, omalizumab: legandosi alle immunoglobuline E, riduce le reazioni cutanee indotte da istamina e migliora sintomi e qualità della vita. Si tratta di un farmaco biotecnologico indicato per chi non risponde agli antistaminici (succede quasi nella metà dei casi).