07/11/2018

Memoria: se fai sport migliora

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 07/11/2018 Aggiornato il 07/11/2018

Un recente studio clinico individua una relazione certa fra l’attività fisica praticata con continuità e il miglioramento delle capacità mnemoniche: una scoperta utile per persone di tutte le età

MIZUNO

Migliorare la memoria facendo fitness, meglio se di tipo cardiovascolare. Vanno bene anche attività blande come la camminata o la corsa lenta.

A fare la differenza è la continuità nella pratica dell’esercizio fisico, perché solo con la costanza si innescano nell’organismo meccanismi metabolici virtuosi.

La conferma scientifica

A confermarlo arriva anche uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Cell Metabolism che rivela il rapporto fra l’attività fisica e una proteina, la catepsina B, determinante per lo sviluppo delle cellule cerebrali connesse con la memoria. Lo studio ha preso in esame topi, scimmie e uomini, focalizzandosi su 43 studenti universitari sedentari: metà di questi ha mantenuto lo stile di vita pigro, gli altri sono stati avviati a un’attività di training plurisettimanale sul tapis roulant. Ne è risultato che il gruppo dei giovani sportivi ha avuto un aumento della produzione di catepsina B e, conseguentemente, un miglioramento nei test per la memoria. Quanto più elevato è stato l’aumento della proteina, tanto migliori sono stati i risultati nei test.

Serve un programma a lungo termine

La dottoressa Henriette Van Praag, neuroscienziato del National Institute of Ageing degli Usa, ha spiegato che i livelli di catepsina B aumentano con un programma di esercizi a lungo termine, piuttosto che con sedute di allenamento sporadiche o brevi. La pratica costante del movimento è quindi la condizione determinante perché si raggiungano benefici significativi, anche sulle facoltà mnemoniche.

Utile anche per i giovani

Lo studio svolto, che conferma ipotesi precedentemente già formulate dagli scienziati ma non ancora dimostrate fino a questo momento, apre nuove prospettive per la cura delle malattie neurodegenerative degli anziani, ma è di grandissima importanza anche per i giovani, sia per gli effetti immediati che per ragioni di prevenzione.