26/09/2025

Milano Fashion Week P/E 2026: ispirazioni artistiche

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 26/09/2025 Aggiornato il 26/09/2025

Il fil rouge tra moda e arte si fa ben notare in alcune collezioni Primavera-Estate 2026 che abbiamo avuto modo di ammirare durante la Milano Fashion Week

MFW P/E 2026 - Moschino

La moda, a nostro avviso, è a tutti gli effetti una forma di espressione artistica. E in questi tempi fatti di omologazione ed eccessiva concretezza è forse giusto ricordarlo, perché oltre…anzi sotto al marketing e al mercato c’è molto di più. Durante questa Milano Fashion Week, che ci sta svelando le collezioni della Primavera-Estate 2026, abbiamo (per fortuna) più volte ammirato quel prezioso fil rouge che lega moda e arte (e che a volte strizza anche l’occhio all’architettura). Siete pronte anche ad indossarlo?

Il “Niente” di Moschino

Riutilizzare, riciclare e reimmaginare sono le tre parole chiave della collezione Primavera-Estate 2026 di Moschino disegnata dal direttore creativo Adrian Appiolaza, che si è ispirato all’essenzialità dell’Arte Povera (movimento artistico italiano, anarchico e ironico) messo in dialogo con la filosofia della maison sempre fortemente radicata nel pensiero del suo fondatore Franco Moschino. Le convinzioni alla base di quel movimento, un ritorno alla semplicità, il senso del quotidiano, la natura accanto all’industria e l’energia dinamica si traducono in una collezione (intitolata Niente) che rende omaggio alla pura ingegnosità dell’atto creativo come strumento di trasformazione. Quindi cosa succede?

Pezzi già esistenti vengono ricalibrati, gli abiti vengono stropicciati, rattoppati, combinati per diventare la materia grezza di nuove creazioni, di vestiti e accessori.

Materiali e gesti umili e umani come il sacco di juta, la corda, il legno, i lacci, i nodi vengono sublimati. Fiori dal gusto naif diventano ricami poetici, sparsi su abiti e completi; sacchi di patate si trasformano in un top e una gonna da sera. Riciclare è anche riscoprire i riferimenti all’eredità di Franco Moschino, lo Smiley, gli effetti trompe-l’oeil, le stampe di giornale dei primi anni ’90, oggi riscritte solo con buone notizie.

La Deco-n-struct di Alberto Zambelli

Nel contesto di Lineapelle Designers Edition, ha sfilato Alberto Zambelli che è riuscito ancora una volta ad affascinarci con le sue creazioni. Con Deco-n-struct (questo il titolo della sua collezione), il designer propone una riflessione sulla forma come linguaggio universale, ispirandosi a L’angle droit di Le Corbusier.

La collezione si articola come una sintesi poetica tra architettura e arti plastiche, dove rigore geometrico e fluidità organica coesistono in un dialogo costante. Le linee nette convivono con volumi ampi e dinamici, mentre macro-rouche trasformano la linearità in curve creando ritmo e movimento plastico.

Pellami light declinati in coloriture neutre o in toni più accesi vengono lavorati a moulage in linee morbide come sottovesti e tuniche o più strutturate in smanicati dai rever importanti o nuove camicie smoking da indossare con macro bermuda.

C’è poi il dialogo armonioso tra Oriente e Occidente che si traduce negli ampi volumi di abiti e giacche realizzati con morbide nappe e sete iromuji che, seguendo l’antica tradizione, vengono tinte con la terra, dando forma a kimoni e kaftani eleganti e femminili. La maglieria in filati naturali si eleva in cotoni dalle finezze leggerissime, dall’aspetto garza o in materiali ricercati come la carta “filato fuku” ricavata da canapa di Manila.

La palette cromatica richiama la forza della natura: neutri che spaziano dall’argilla al vapore, dalla terra d’ombra all’avena, illuminati da accenti caldi di zucca, senape e arancioni vulcanici.

Il dialogo con l’arte di Loro Piana

A proposito di arte, Loro Piana ha scelto di presentare la sua collezione Primavera-Estate 2026 al museo di Palazzo Citterio, dimora milanese del XVIII secolo che custodisce una importante collezione di opere d’arte risalenti al XIX e XX secolo, di artisti del calibro di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Amedeo Modigliani e Pablo Picasso. Una scelta non casuale, essendo i membri della famiglia Loro Piana grandi amanti dell’arte. E poi a unire la collezione e questa location è il colore: tra gli ariosi corridoi e le ampie sale, inondati dalla luce naturale che filtra attraverso le finestre finemente decorate, abbiamo potuto ammirare capi (dagli abiti ai tailleur, dalle donne ai pantaloni, passando le giacche) caratterizzati da una ricchezza di sfumature vivaci che riflettono la tradizione e l’eccellenza della maison nel settore tessile. Ricchi e profondi come i loro tessuti, i mélange unici, le stampe pittoriche e i delicati accostamenti cromatici compongono un caleidoscopio di sfumature, dalle terre naturali ai colori più solari.

La sorpresa Chelsea Jean Lamm

All’interno del Fashion Hub di CameraModa abbiamo scoperto lo straordinario mondo di Chelsea Jean Lamm, che ha presentato un corpus di lavori che supera i confini della moda tradizionale, fondendo arte contemporanea, artigianato etico e narrazione in forme audaci e espressive di arte indossabile.

La collezione (che incanta e stupisce) canalizza saggezza ancestrale, creatività intuitiva e forme naturali in capi realizzati a mano con meticolosa cura, proponendo una visione più consapevole e immersiva del futuro della moda. Con un forte focus sull’uso di materiali recuperati, sviluppo tessile su misura e silhouette guidate dalla narrazione, la collezione mira a ridefinire i confini della couture, rimanendo profondamente radicata nella responsabilità etica.

«Questa collezione incarna la mia visione di un futuro della moda responsabile e significativo — in cui il design non è limitato dalla convenzione, ma ampliato dalla creatività. Attraverso il riutilizzo di materiali scartati e un’attenzione ossessiva per l’artigianato, desidero dimostrare la bellezza, la resilienza e il potere trasformativo della moda sostenibile» – ha dichiarato Chelsea Jean Lamm, Fondatrice e Direttrice Creativa.