04/08/2025

Dal dentista, in sicurezza

Alberta Mascherpa Pubblicato il 04/08/2025 Aggiornato il 04/08/2025

Un recente fatto di cronaca ha posto l’accento sul tema della sicurezza quando si affronta un intervento dentale. Il parere dell’esperto

Woman having teeth examined at dentists

La triste vicenda della ragazza perugina morta dopo una cura dentale troverà spiegazione al termine delle indagini giudiziarie. Ma al di là di quello che può essere successo in quel determinato contesto, torna ad essere importante focalizzare l’attenzione sul tema della sicurezza in odontoiatria e delle buone pratiche che possono garantirla. «Il primo elemento da tenere in considerazione è che l’odontoiatria oggi, se eseguita nel rispetto di protocolli e ben precise misure, garantisce un alto livello di sicurezza» precisa il dottor Massimiliano Rea, Odontoiatra presso Poliambulatorio ErrEsse a Ferrara. «Lo confermano i dati epidemiologici: i decessi dovuti a trattamenti odontoiatrici sono rarissimi – pochissimi casi su milioni di procedure – e si verificano quasi sempre in presenza di fattori clinici preesistenti gravi».

Partire con un’anamnesi accurata

Non va mai pensata come una formalità. «La raccolta dei dati sul paziente nel corso del primo contatto, la valutazione attenta delle condizioni generali di salute, la rilevazione delle patologie in atto, dei farmaci assunti, delle eventuali allergie, è il passo più importante perché il medico possa costruire un protocollo di intervento su misura calibrato sulle esigenze cliniche e anche su quelle psicologiche della persona» commenta l’esperto.

Prestare attenzione agli aspetti emotivi

«Mai dimenticare, come spesso succede, che la componente emotiva, nello specifico la paura del dentista, può provocare reazioni emotive come battito accelerato, sudorazione abbondante, senso di svenimento: non vanno confuse con una vera e propria reazione all’anestesia locale ma soprattutto è bene che si operi per prevenirle attraverso il dialogo, la rassicurazione, la creazione di un ambiente che metta a proprio agio il paziente» precisa il dottor Rea.

Esigere dal paziente il rispetto delle regole

«Il ricorso all’anestesia locale non richiede in genere che ci si presenti nello studio del dentista a digiuno» precisa l’esperto.

Se è prevista una sedazione il digiuno è importante così come è importante che il professionista indichi prima della seduta gli eventuali farmaci da sospendere temporaneamente o al contrario da assumere.

Dosare correttamente l’anestesia

«Gli effetti indesiderati di un’anestesia locale sono rari e in genere si riducono a reazioni lievi e transitorie come formicolii o un lieve capogiro» prosegue il dottor Rea. «Reazioni più serie sono ovviamente possibili come in qualsiasi altro campo della medicina ma dosaggi perfettamente controllati e tecniche di somministrazione precise possono essere d’aiuto nel prevenirle. Anche nel caso di estrazioni importanti come quelle dei denti del giudizio inferiori che possono richiedere una dose di anestetico più elevata del consueto, il dentista utilizza quantità ben al di sotto dei limiti massimi consentiti, sempre monitorando il paziente e la durata dell’effetto anestetico in modo da garantire un ottimale controllo del dolore in sicurezza».

Saper gestire l’imprevisto

«La disponibilità del defibrillatore e la formazione periodica del personale sono obbligatorie: occorre infatti tenere sempre conto della possibilità di un imprevisto che uno studio odontoiatrico deve sempre essere pronto a gestire al meglio» conclude il dottor Rea.