Filler: il decalogo della sicurezza

Redazione Pubblicato il 17/02/2017 Aggiornato il 17/02/2017

Solo medici specialisti e niente silicone per un ritocco efficace ma anche sicuro

filler

Ritocchi sempre più soft. I numeri testimoniano che i trattamenti di medicina estetica, 280 mila nel 2015, battono ormai nettamente quelli di chirurgia, 139 mila. Attenzione però che anche un semplice filler può fare danni se non viene utilizzato nel modo giusto. Ecco il “ decalogo del filler sicuro” stilato dalla dottoressa Elisabetta Sorbellini, dermatologa presso lo Studio Rinaldi di Milano e membro dell’IHRF (International Hair Research Foundation).

  1. I requisiti minimi. Il filler può essere effettuato solo da un laureato in medicina, meglio se specializzato in dermatologia, in chirurgia plastica o in medicina estetica. Estetisti e parrucchieri non possono manovrare aghi.
  2. La preparazione complessiva del medico. Iniettare un filler oppure la tossina botulinica sembra un gesto semplice, ma non lo è. Solo un medico preparato, soprattutto sull’anatomia delle aree da trattare, può evitare brutte sorprese.
  3. La preparazione tecnica del professionista. È molto raro, ma iniezioni fatte male, esercitando troppa pressione oppure iniettando troppa sostanza in una stessa zona, possono creare occlusioni e trombosi di arterie del viso con conseguenze pesanti. Solo una grande preparazione del medico (corsi di pratica, di anatomia con esercitazioni, seminari) può ridurre al massimo i rischi.
  4. L’attenzione del medico. Qualche piccolo ematoma o qualche nodulino può formarsi dopo l’iniezione per un filler. Non c’è nessun rischio grave: quello che conta è che il medico sia sempre pronto e preparato a rimediare a qualsiasi piccolo inconveniente.
  5. Lo studio medico. Anche il luogo dove viene fatto il filler è importante: deve essere un ambulatorio medico, pulito, a norma, luminoso, con misure igieniche adeguate. Sembra ovvio, eppure ci sono ancora casi di persone che si sottopongono a iniezioni a casa, nei bar e negli hotel.
  6. La qualità dei materiali. Bisogna essere sicuri che i prodotti iniettati siano di elevata qualità. Spesso si tratta di sostanze costose anche per il medico: prezzi bassi generalmente sono indicativi di prodotti di qualità infima o scadente.
  7. Il costo del trattamento. Un buon professionista ha un prezzo mediamente alto. Se un medico applica tariffe eccessivamente basse (meno di 50 euro) probabilmente utilizza prodotti scadenti e potenzialmente pericolosi.
  8. La scelta dello strumento. Per i filler si possono usare aghi o cannule di varie dimensioni. Non sono tutti uguali e la scelta del medico deve essere fatta in base alla zona da trattare, allo spessore della pelle, alla viscosità e all’elasticità del prodotto da iniettare.
  9. I consigli dopo il trattamento. Il medico deve darli, con precisione, e la persona è tenuta a seguirli scrupolosamente.
  10. No tassativo al silicone. I filler permanenti sono vietati per legge: nessun professionista è tenuto quindi a proporli e a usarli come soluzione definitiva per contrastare le rughe e dare pienezza ai volumi.