Venezia 74: promossi e bocciati

Redazione Pubblicato il 11/09/2017 Aggiornato il 11/09/2017

La 74a Mostra del Cinema di Venezia si è conclusa con la meritata vittoria di The Shape of Water di Guillermo del Toro. Ecco cosa ci è piaciuto e cosa no

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Si è conclusa la 74a Mostra del Cinema di Venezia, che ha visto trionfare The Shape of Water di Guillermo del Toro: uno dei Leoni d’Oro sicuramente più meritati degli ultimi anni, tanto che è riuscito a conquistare giuria, stampa e addetti ai lavori, oltre al pubblico presente. «Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, rispettando tutti i cineasti» ha dichiarato Annette Bening, presidente della giuria del concorso internazionale. «Più vedevamo i film e più ci veniva voglia di parlarne, quindi è stato molto difficile per noi perché avremmo voluto premiarne anche altri ma non è stato possibile».

Gli altri premi

Molti dei premi consegnati erano già nell’aria: basti pensare all’apprezzatissimo Foxtrot di Samuel Moz che si è guadagnato il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria o il sorprendente Jusq’à La Garde che ha portato al regista esordiente Xavier Legrand sia il Leone d’Argento – Premio per la miglior regia che Premio Luigi De Laurentiis per la migliore opera prima.
Altri due titoli su cui si puntava erano Three Billboards Outside Ebbing, Missouri e Sweet Country: non a caso per il primo il regista Martin McDonagh premiato per la migliore regia, mentre per il secondo Warwick Thornton ha ritirato il Premio speciale della Giuria.

Sul fronte attori ad avere la meglio sono stati Charlotte Rampling (Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile per Hannah di Andrea Pallaoro), Kamel El Basha (Coppi Volpi per la migliore interpretazione maschile) per The Insult di Ziad Doueiri e Charlie Plummer (Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore emergente per Leon On Pete di Andrew Haigh).

I grandi esclusi

È proprio il capitolo attori quello più dolente, dato che erano quasi tutti convinti che Donald Sutherland sarebbe tornato al Lido per ritirare la Coppa Volpi, dato che la sua interpretazione in The Leisure Seeker di Paolo Virzì è stata perfetta ed estremamente toccante (per fortuna si potrà consolare nel 2018 con un bell’Oscar alla carriera, appena annunciato). Ed è un peccato che non sia stata considerata nemmeno la sua partner nel film, ovvero Helen Mirren.

A dire la verità sorprende che, in generale, il primo film in lingua inglese del regista toscano che è piaciuto così tanto a critica e pubblico non abbia ricevuto alcuna menzione da parte della giuria. Lo stesso vale per la nuova opera di un cineasta di spessore come Mektoub My Love: Canto uno di Abdellatif Kechiche. Totalmente ignorati anche ottimi film come Downsizing di Alexander Payne e Suburbicon di George Clooney: che siano stati considerati troppo pop dalla giuria? Chi lo sa. L’importante è che trovino il loro riscatto nelle sale.

Cosa ci è piaciuto

Venezia 74 ci ha conquistato prima di tutto per l’alto livello delle opere selezionate, che meriterebbero di avere il giusto spazio per essere viste dal grande pubblico.
Ci ha poi regalato momenti di puro glamour grazie a star del calibro di George Clooney, Jennifer Lawrence, Jane Fonda e Robert Redford. Ci ha anche portato Jim Carrey, da qualche tempo un po’ latitante, con un documentario da brividi come Jim & Andy: the Great Beyond. Che dire poi dei bellissimi incontri tra musica e cinema con la versione in 3D di Thriller, il documentario My Generation ambientato negli anni’60, il divertente musical Ammore e malavita dei Manetti Bros e il biopic Nico di Susanna Nicchiarelli che ha vinto il premio come miglior film nella sezione Orizzonti.

Cosa bocciamo
Non neghiamo che ci sono stati dei film che hanno avuto su di noi (e non solo) un effetto disturbante. Parliamo in primis di mother!, il tanto atteso film di Darren Aronofsky che ha esagerato in alcune scelte tematiche e stilistiche, tanto da essere fischiato ad ogni proiezione. Chissà, magari il suo destino al botteghino sarà diverso, ma potrebbe essere un flop, anche per la sua protagonista (nonché fidanzata del regista) ovvero Jennifer Lawrence, di certo non abituata a perdere.

Sempre parlando di film ci ha un po’ deluso Una famiglia di Sebastiano Riso: un’occasione importante per parlare di un tema spinoso come l’utero in affitto, che però è stata in parte mal sfruttata calcando un po’ la mano sulla negatività (non giustificata) di alcuni personaggi.

Da segnalare anche qualche caduta di stile sul red carpet, dove il nude look a volte è stato preso fin troppo alla lettera: forse qualche stylist dovrebbe ricordare che il fascino e la sensualità non si misurano con i cm di pelle esposta, ma è esattamente il contrario.