Libere Disobbedienti Innamorate al ritmo di Aziza

Redazione Pubblicato il 02/05/2017 Aggiornato il 02/05/2017

Il film palestinese di amicizia al femminile a Tel Aviv ha un mix di musica undeground e dance che incatena al primo ascolto

Libere disobbedienti innamorate

Piccolo caso cinematografico del momento, “Libere Disobbedienti Innamorate” (titolo internazionale “In Between”, titolo originale “Bar bahar”, stendiamo un velo su quello scelto dal distributore italiano) è la storia di tre ragazze palestinesi che vivono a Tel Aviv cercando di prendersi tutta la libertà che possono.

Sospese tra tradizione ed emancipazione, attorniate da bellissimi locali e accerchiate da tenaci pregiudizi, si muovono nella notte israeliana, amando e facendo l’amore, al ritmo di una colonna sonora memorabile.

Underground mediorientale

Proprio la musica del film palestinese ha destato particolare interesse. Ritmi da discoteca con malie arabeggianti che conquistano al primo ascolto e impazzano con playlist dedicate, da Youtube a Soundcloud. Il pezzo più amato è “Aziza”, che scandisce una delle scene più importanti del film: la giovane Nur, timida e tradizionalista, inizia a ballarla da sola in casa, scoprendo il piacere di lasciarsi andare, presto raggiunta dalla più smaliziata e consapevole Leila. “Aziza” è una canzone del 2011 della cantante libanese Yasmine Hamdan, già scelta dal regista cult Jim Jarmush per la colonna sonora di “Solo gli amanti sopravvivono”.

Voglia di ballare e amicizia al femminile

Tutte le tracce della soundtrack di questo piccolo-grande film palestinese hanno in comune la voglia di ballare, il mix di bassi, tecnologia e suoni mediorientali, e un vitale languore notturno. Definito con un pizzico di superficialità “Un Sex and the city a Tel Aviv”, la pellicola della regista Maysaloun Hamoud ha vari meriti: diffondere una cultura meno stereotipata del mondo arabo palestinese, sostenere l’importanza di libertà ed emancipazione femminile ad ogni costo, non chiudere gli occhi davanti a un atteggiamento ancora molto repressivo da parte di una millenaria cultura patriarcale, celebrare l’amicizia femminile. È soprattutto questo, un grande inno all’amicizia tra ragazze, alla capacità tutta femminile di accogliersi e sostenersi, e alla voglia di ballare insieme, canticchiando in un arabo stentato il ritornello di “Aziza”.