Protesi al seno in poliuretano per le sportive

Redazione Pubblicato il 21/03/2017 Aggiornato il 21/03/2017

Danno meno complicazioni dopo l’intervento e permettono un recupero rapido, senza stop agli allenamenti

protesi

Intervento al seno = silicone. L’associazione ormai è immediata visto che da anni questo materiale è il più utilizzato per le protesi che aiutano a dare pienezza e turgore al décolleté.

Bisogna però tener conto del fatto che sul mercato esiste un materiale alternativo che è il poliuretano che, grazie alla sua particolare composizione, aderisce meglio ai tessuti, così che la protesi non rischia di spostarsi nella fase post intervento.

Un aspetto molto importante per tutte le donne e, in particolare, per quelle che hanno una vita attiva e non vogliono quindi avere limitazioni restrittive al movimento nel primo mese dopo l’intervento, come avviene con le protesi al silicone.

Le protesi al poliuretano sono perfette per le sportive, innanzitutto, ma anche alle mamme di bambini piccoli che fanno molti movimenti con gli arti superiori coinvolgendo i muscoli pettorali.

Serve un chirurgo esperto

In genere le protesi in poliuretano venivano usate in passato quando era necessario rioperare dopo complicazioni legate proprio allo spostamento delle protesi in silicone che, in alcuni casi, hanno meno presa sui tessuti e a volte “migrano” e ruotano.

Da poco vengono proposte come prima scelta nella mastoplastica additiva, ma solo da pochi chirurghi: alcuni infatti non le amano perché sono più complesse da impiantare dal momento che la loro aderenza ai tessuti lascia poco margine di assestamento se non vengono posizionate alla perfezione.

Fondamentale quindi affidarsi a un chirurgo di esperienza che sappia come lavorare con le protesi in poliuretano e inserirle con la sicurezza di un risultato perfetto.

I vantaggi

L’impianto delle protesi al poliuretano avviene nel corso di un intervento di circa un’ora in anestesia locale con sedazione. Fin qui tutto uguale rispetto alle protesi in silicone. La differenza viene dopo: se nel caso delle protesi tradizionali, infatti, l’indicazione terapeutica è di indossare una fasciatura contenitiva e di evitare per un mese l’attività fisica, in particolare quella che coinvolge i muscoli pettorali (quindi tutti i movimenti che prevedono un carico per gli arti superiori), con le protesi in poliuretano questi accorgimenti non hanno ragione di esistere e si possono riprendere subito le normali attività come guidare, prendere in braccio i bambini e fare molti tipi di sport (addominali, corsa) senza essere costrette a indossare la fascia.

Risultati naturali

Le protesi in poliuretano sono disponibili sia tonde sia anatomiche: al tatto si percepisce una sensazione di durezza e rigidità che scompare dopo circa un anno, il tempo necessario al riassorbimento del rivestimento in poliuretano contro i due-tre mesi delle protesi al silicone. Anche questo è un aspetto da considerare prima dell’intervento per soddisfare a pieno le proprie aspettative.