Disfagia: quando il cibo proprio non va giù

Redazione Pubblicato il 31/08/2017 Aggiornato il 31/08/2017

La difficoltà a deglutire può dipendere da varie cause: un'infiammazione, un intervento chirurgico, un problema alla tiroide... Il primo step è scegliere cibi della giusta consistenza

disfagia

Deglutire è un atto naturale, su cui non ci si sofferma finché non diventa un problema. E questo può accadere per tante cause diverse: un’infiammazione, un’intervento chirurgico al cavo orale, disturbi della tiroide, diverticoli, reflusso ma anche malattie neurologiche o problemi d’ansia. Ed ecco che un gesto semplicissimo, quasi automatico, diventa impossibile da compiere.

Chi soffre di disfagia – è questo il nome scientifico del disturbo – ha difficoltà ad alimentarsi e anche a ingerire liquidi, a partire dall’acqua.

Riconoscere i sintomi

I sintomi della disfagia cominciano con una tosse che si presenta in particolare al momento del pasto, ma anche durante il giorno, a causa della difficoltà a deglutire la saliva. Spesso questo sintomo è sottovalutato o confuso. Intanto si riduce la quantità degli alimenti e liquidi introdotti, si instaura una perdita di peso e uno stato di disidratazione, accompagnati da riduzione di massa muscolare.

Cosa si rischia

Due sono i rischi: prima di tutto una riduzione dell’alimentazione proprio dovuta alla mancata introduzione di nutrienti, che provoca nel tempo malnutrizione e disidratazione. Un insufficiente apporto di nutrienti rende anche i muscoli più deboli, questa debolezza peggiora i sintomi della disfagia, creando così un circolo vizioso.

Una seconda problematica è la possibilità che non funzionando correttamente l’epiglottide, il cibo entri nei polmoni, provocando quella che viene chiamata polmonite ab ingestis, cioè una infezione polmonare provocata dalla presenza di cibo nelle vie respiratorie.

Attenzione a questi cibi

Per affrontare la disfagia, viene prima di tutto effettuata una valutazione logopedica, che serve a definire il tipo e il grado di disfagia. La disfagia più frequente è quella per i liquidi, che nel tempo può diventare anche disfagia per i cibi solidi.

Da evitare i cibi a doppia consistenza, come le pastine in brodo o il minestrone con i pezzi di verdura. Sono a rischio anche i grissini, i biscotti e in genere tutti gli alimenti friabili. Vanno evitate le caramelle dure, e i gelati che sono cremosi all’inizio, ma si sciolgono in fretta diventando liquidi e difficili da deglutire.

Soluzioni a tavola

Nel caso di disfagia ai liquidi esistono degli addensanti in polvere da aggiungere all’acqua o ad altre bevande per renderle cremose, oppure dei preparati già confezionati di acqua gelificata. In questo modo la persona con disfagia riuscirà a deglutire acqua o altri liquidi.

Per rendere più facilmente ingeribile il cibo solido in genere si ricorre ad un frullatore o omogeneizzatore, per preparare dei frullati cremosi contenenti verdura, una fonte di carboidrati, come una farina di riso e della carne o pesce.

L'esperto consiglia

Frullando i cibi non è sempre facile calcolare la corretta quantità di nutrienti necessari ad una persona adulta, in particolare la quota proteica. Per questo esistono preparati in polvere, da aggiungere ai frullati, calcolando con l’aiuto del medico la corretta dose giornaliera.